È in arrivo spusu, un nuovo gestore telefonico che promette tariffe super low cost ed un approccio completamente nuovo al mercato. Customer care efficiente, italiano e umano e tariffe che nulla hanno da invidiare a quelle di Iliad o a quelle dei b-brand Ho e Kena.
Insomma, spusu sarà con tutta probabilità un protagonista del mercato 2020 (appena iniziato ma che già pullula di novità con l’esordio di Very Mobile e di un nuovo brand Wind Tre).
Potrà spusu rubare un po’ la scena alla grande protagonista del momento Iliad? Noi di UpGo.news non potevamo farci sfuggire l’occasione di chiacchierare un po’ con questa azienda, facendoci raccontare per la prima volta alcuni interessanti dettagli di ciò che farà spusu per ritagliarsi uno spazio dignitoso in questo mercato sempre più affollato.
Prima di lasciarvi all’intervista vi ricordiamo quello che si sa per certo di spusu. Si tratta di un operatore già attivo in Austria dove usa come MVNO la rete di Drei. E infatti anche qui la rete sarà quella di Hutchison (Wind Tre spa). Spusu opererà come FULL MVNO, quindi con una completa gestione dei processi e delle tecnologie. Cosa della quale, come vedrete, si parla molto nella chiacchierata che segue.
Ora vi lasciamo all’intervista esclusiva fatta da UpGo.news al team di spusu, ricordandovi come sempre che potete seguirci sul Canale Telegram per non perdervi i nostri prossimi aggiornamenti. E’ anche a disposizione la nostra app gratuita sul Google Play Store.
Ecco l’intervista a spusu:
In Austria state avendo un incredibile successo. Qual è secondo voi la chiave del successo di Spusu? E sopratutto come pensate di replicarlo qui in Italia?
Il nostro successo è principalmente dovuto a quattro fattori:
- l’assistenza clienti
- un’innovativa tecnologia nelle comunicazioni
- prezzi molto bassi per un’offerta molto generosa
- processi semplici e trasparenti, chiari per tutti.
Secondo voi quali sono le maggiori differenze tra il mercato austriaco e quello italiano? Siete pronti al debutto?
Il mercato delle telecomunicazioni in Italia e in Austria è abbastanza simile in questo momento: c’è una forte competizione in entrambe i mercati e diversi protagonisti provano a conquistare una propria nicchia. La più grande differenza è che in Italia il mercato è perlopiù prepagato, gli italiani hanno diverse abitudini d’acquisto rispetto agli austriaci. Lo stile di vita dei consumatori è differente ma noi siamo davvero molto contenti di affrontare questa sfida.
Potete darci un’idea su quando lancerete i vostri servizi per il mobile, in Italia?
Abbiamo pianificato il nostro lancio entro il primo quadrimestre del 2020.
Una domanda su iliad. Pensate vi sia spazio nel mercato per un nuovo operatore dopo l’arrivo di iliad?
Iliad ha dimostrato di poter penetrare in un mercato saturo proponendo ai clienti offerte completamente nuove. iliad ha portato una sorta di rivoluzione nel mercato italiano. Spusu vuole offrire ora una strada chiara per poter capire le telecomunicazioni. Noi pratichiamo un dialogo davvero aperto con i nostri consumatori. I costi sono giusti ed offriamo un eccellente servizio di assistenza clienti, che tiene conto degli utenti in quanto persone, non come numeri all’interno di un sistema.
Il mercato degli MVNO sembra complesso. Come pensate di creare margine e di quanti consumatori avrete bisogno per guadagnare davvero dall’avventura italiana?
Crediamo che al mercato italiano manchi un approccio professionale realmente friendly. Per questa ragione, noi ci concentreremo fondamentalmente su questo valore. Il nostro posizionamento di mercato punterà fortemente sull’assistenza clienti efficiente e vicina al consumatore e sulla comunicazione sempre trasparente. Diamo anche un grande valore ad una crescita aziendale sostenibile. La fedeltà dei clienti è il fulcro della nostra strategia di crescita.
Non pensate che in Italia vi sia bisogno di una regolamentazione completamente nuova per tutelare maggiormente il settore degli MVNO?
Al momento secondo la legge, gli operatori telefonici devono assicurare ad un nuovo soggetto il servizio di MNP (portabilità del numero) entro 180 giorni. Tuttavia la legge non applica la stessa regola per l’interconnessione per chiamate e sms. Noi pensiamo che i tempi di questi accordi dovrebbero essere definiti per legge così da consentire agli MVNO di lanciarsi sul mercato molto più velocemente. Attualmente di fatto questo divario nella regolamentazione viene sfruttato dagli altri operatori per ritardare il lancio sul mercato di un nuovo virtuale.
Oggi purtroppo l’ Italia non è un ecosistema favorevole per il lancio di una startup nel settore delle comunicazioni. Le licenze per operare come gestore della telefonia mobile qui sono molto costose (almeno 75.000 euro l’anno). Soldi che devono essere pagati immediatamente anche se l’operatore di fatto non può usufruire subito del servizio. Questo può essere un grande problema per gli operatori più piccoli. Riteniamo che i costi della licenza debbano essere pagati solo dopo il reale avvio sul mercato.
Inoltre vorremmo una regolamentazione più chiara per quanto riguarda la concorrenza. Ad esempio alcuni operatori commercializzano offerte diverse a secondo dell’operatore di provenienza del cliente. Per esempio, i clienti tendenzialmente ricevono tariffe più vantaggiose provenendo da un MVNO piuttosto che da un infrastrutturato come Wind. Ci chiediamo come ciò possa essere in linea con la legge italiana sulla concorrenza.
Cosa ne pensate dei marchi a basso costo, attivi nel mercato come MVNO ma di proprietà di Tim e Vodafone? (Stiamo parlando ovviamente di Kena e Ho Mobile).
Sono competitor che vanno presi seriamente, anche perché sono oggi i protagonisti della nuova guerra dei prezzi nel panorama telco italiano. Crediamo comunque che ci sia uno spazio nel settore e noi vogliamo occuparlo. Le tariffe low cost secondo noi sono un fattore di successo solo nel breve periodo per un MVNO. Serve invece approccio diverso e orientato ai bisogni del cliente, così da convincerlo a rimanere fedele. L’equilibrio tra un buon prodotto e giusti costi è importante, ma l’orientamento del cliente alla fine è il fattore decisivo.
Voi avete parlato della tecnologia sviluppata in casa, anche i call center quindi saranno interni?
Per tutti i processi usiamo una tecnologia sviluppata in house dai nostri programmatori. Questa scelta ci offre due grandi vantaggi: da un lato evitiamo licenze costose che poi peserebbe sui nostri clienti, dall’altro grazie a soluzioni tecnologiche personalizzate siamo molto più protetti dagli attacchi informatici. Il nostro obiettivo è e rimane il cliente, vogliamo parlare la stessa lingua del cliente, in modo semplice. Il nostro servizio clienti, avrà in Italia dipendenti italiani. Siamo una società italiana, perciò vogliamo dare lavoro in Italia e contribuire all’economia locale.
Possiamo avere una piccola anteprima della vostra offerta?
Non vogliamo far colpo solo sui giovani o su una ristretta nicchia di mercato. Inizieremo con tre piani tariffari per soddisfare gran parte dei nostri futuri clienti italiani. Siamo “la telefonia mobile dal cuore grande” e vogliamo offrire ai nostri clienti le condizioni eque che pensiamo meritino. Le nostre offerte si concentrano sulle reali abitudini dei nostri clienti e sui loro effettivi consumi. Il nostro motto è “fair offers at fair prices”.