Se trovi questa busta nella buchetta sei rovinato: dovrai sborsare un sacco di soldi | Stanno arrivando a milioni di italiani
Non lo sapevi finora, ma se ti arriva questo genere di lettera stai rischiando grosso sul serio. Scopri a cosa fare attenzione.
Dicembre è il mese della magia e del portafoglio vuoto. Tra lucine scintillanti e musichette natalizie, il conto corrente si svuota a velocità supersonica. I regali di Natale sono il primo colpo basso: bisogna pensare a tutti, dai parenti agli amici, senza dimenticare il collega dell’ufficio che ti ha regalato il panettone l’anno scorso.
Poi ci sono le cene. Quella con i colleghi, quella con i compagni di scuola, quella con la famiglia e persino quella di recupero con chi non ce l’ha fatta a incastrarsi nel calendario. Ogni pasto è una scusa per aggiungere almeno un paio di antipasti e il dolce più elaborato del menù.
Anche l’albero rientra tra le spese: deve essere sempre più grande, le palline sempre più trendy, e magari qualche gadget luminoso da posizionare in giardino per fare concorrenza al vicino di casa. Dicembre è un mese in cui si spende, e tanto. Ma alla fine, che Natale sarebbe senza un po’ di follia?
La tredicesima
Per fortuna, per molti c’è la famosa tredicesima. Questo piccolo tesoretto arriva a dicembre come una manna dal cielo, giusto in tempo per coprire almeno una parte delle spese natalizie. Non tutti però ne hanno diritto: la tredicesima è riservata ai lavoratori dipendenti e ai pensionati.
Per i primi, si tratta di una mensilità aggiuntiva calcolata in base ai mesi lavorati durante l’anno, mentre per i secondi è una sorta di bonus natalizio incluso nei calcoli annuali. A seconda del contratto e della posizione lavorativa, l’importo può variare, ma per molti rappresenta un aiuto essenziale per chiudere l’anno con un po’ meno ansia.
Chi dovrà sborsare questi soldi?
Parlando di fine anno, c’è un’altra cosa che potrebbe arrivare nella cassetta della posta: le lettere di compliance dell’Agenzia delle Entrate. Queste comunicazioni, sempre più frequenti, servono a stimolare i contribuenti a regolarizzare eventuali errori o omissioni fiscali. Per il 2025, si prevede l’invio di oltre 3 milioni di lettere, con l’obiettivo di recuperare somme non dichiarate, soprattutto ai fini Iva.
Le lettere non sono una condanna, ma piuttosto un avvertimento gentile. Permettono di correggere errori in buona fede senza incorrere in sanzioni pesanti. Ad esempio, chi ha dimenticato di dichiarare una parte dei propri redditi o ha fatto un errore nella comunicazione delle liquidazioni Iva può regolarizzarsi. Persino le partite Iva, sotto il controllo automatico dell’Agenzia, sono coinvolte: se c’è qualcosa che non torna tra fatture emesse e comunicazioni trimestrali, ecco che arriva la famigerata lettera.