Rivoluzione Autovelox: é cambiato tutto e nessuno lo sa ancora | Non paghi un euro in questi casi

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Sei passato correndo davanti a un autovelox? Tra poco riceverai la multa, ma occhio, forse te la puoi cavare

Gli autovelox hanno profondamente modificato il panorama della sicurezza stradale, agendo come deterrenti efficaci contro l’eccesso di velocità. Questi dispositivi di rilevamento automatico della velocità, posizionati lungo le strade, catturano le infrazioni e inviano le multe direttamente ai trasgressori.

Sebbene abbiano generato polemiche nel corso degli anni, non si può negare il loro impatto positivo sulla sicurezza stradale. Gli autovelox, per legge, devono essere presegnalati tramite appositi cartelli che avvertono gli automobilisti della loro presenza. Tuttavia, in molte occasioni, questi segnali sono ignorati o sottovalutati, con la conseguenza che molti conducenti ricevono sanzioni, a volte consistenti.

In questi casi, la multa arriva a casa del trasgressore e, oltre a una sanzione economica, può comportare anche la decurtazione di punti dalla patente. Gli autovelox sono programmati per rilevare automaticamente la velocità dei veicoli in movimento e scattare una foto nel momento in cui viene superato il limite consentito.

Fioccano sanzioni

Con il tempo, la normativa legata a questi dispositivi è stata affinata per garantire maggiore trasparenza e correttezza. La presenza degli autovelox, infatti, non solo deve essere segnalata, ma anche visibile. Nonostante questo, molti automobilisti continuano a ignorare i limiti di velocità, facendo affidamento sulla loro capacità di evitare sanzioni, o semplicemente trascurando il rischio. Tuttavia, le conseguenze sono sempre più severe, soprattutto per chi infrange le regole in maniera ripetuta.

Un altro elemento rilevante legato alle multe per eccesso di velocità è la decurtazione dei punti dalla patente. A seconda della gravità dell’infrazione, il numero di punti sottratti può variare. Le infrazioni meno gravi comportano la perdita di pochi punti, mentre le violazioni più significative possono arrivare a costare fino a 10 punti. Quando i punti si esauriscono, scatta la sospensione della patente, una misura che ha lo scopo di punire i trasgressori abituali e garantire che le strade siano più sicure per tutti.

In questi casi, la legge richiede che l’intestatario del veicolo fornisca i dati della persona che era effettivamente alla guida al momento dell’infrazione, qualora non coincida con il proprietario del veicolo stesso. Questo passaggio è fondamentale per attribuire correttamente la responsabilità della violazione e per garantire che le sanzioni siano applicate nel modo corretto. Tuttavia, se i dati non vengono forniti entro i tempi stabiliti, le multe possono essere raddoppiate e aggravate da ulteriori sanzioni.

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Quali cambiamenti sono stati introdotti

Recentemente c’è stato un cambiamento significativo. La Corte di Cassazione ha stabilito che non è più obbligatorio comunicare i dati del conducente in caso di decurtazione dei punti. Questa decisione, che rappresenta una vera e propria svolta, prevede che la comunicazione non sia necessaria nel caso in cui l’automobilista abbia fatto ricorso contro la multa e questo sia fallito. Solo dopo che il ricorso è stato respinto, l’intestatario sarà tenuto a fornire i dati del guidatore.

Questa nuova disposizione introduce una fase ulteriore nella gestione delle sanzioni e dà agli automobilisti la possibilità di contestare la multa prima di dover comunicare i dati, cambiando sostanzialmente tutto in materia di normativa stradale. Si tratta di una vera e propria rivoluzione.

In sostanza, la decisione della Corte di Cassazione rende meno gravoso il processo di gestione delle multe, introducendo maggiore flessibilità per chi intende fare ricorso. Tuttavia, è sempre bene prestare attenzione ai limiti di velocità e rispettare il codice della strada, non solo per evitare sanzioni, ma soprattutto per garantire la sicurezza propria e altrui.