Torniamo sulla vicenda scorporo rete Tim che stiamo seguendo da vicino ormai da qualche tempo. Sembra infatti che sia arrivata una seconda offerta dopo quella “lasciata cadere” del fondo statunitense KKR e che provenga dall’istituto finanziario controllato dal ministero dell’Economia, ovvero la Cassa Depositi e Prestiti, già azionista di Tim. Vediamo quindi nel dettaglio cosa sta succedendo e quale scenario potrebbe presentarsi se l’offerta sarà accettata.
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L’offerta di Cassa Depositi e Prestiti
Come abbiamo già detto in passato la Cassa Depositi e Prestiti, conosciuta anche come Gruppo CDP, è una società per azioni controllata dallo Stato Italiano (l’83 % delle azioni sono di proprietà del Ministero dell’Economia e delle Finanze) e da alcune fondazioni bancarie. Secondo fonti autorevoli sembra che la scorsa domenica CDP abbia quindi presentato la sua offerta non solo per l’acquisto di NetCo, ovvero la nuova società creata ad hoc per includere tutta l’infrastruttura della rete TIM, ma anche per le attività di FiberCop (il gestore wholesale per la fibra ottica che si occupa dello sviluppo e della posa fisica dei cavi sul territorio italiano) e per entrare in Sparkle, una società che si occupa di infrastrutture di rete internazionali di cui Tim è proprietaria.
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L’offerta ammonta a 18 miliardi (due in più di quelli proposti dal fondo KKR) ed è stata presentata con la partecipazione del fondo d’investimento australiano Macquarie Asset Management, non è vincolante e scadrà il 31 marzo.
Come abbiamo detto l’offerta, sebbene il gruppo francese Vivendi (azionista di maggioranza di Tim) la ritenga inferiore di ben 10 miliardi rispetto al valore stimato di tutto ciò che si andrà ad assorbire, è più vantaggiosa rispetto a quella fatta da KKR ad inizio febbraio. Ma se effettivamente verrà presa in considerazione i tempi per chiudere la trattativa potrebbero essere decisamente più lunghi e l’iter più complicato.
Questo perché CDP è già azionista di Tim e soprattutto perché possiede anche il 60% di Open Fiber, il principale rivale di Fiber Cop. Se quindi l’acquisto andasse a buon fine si potrebbe immaginare una fusione delle due società per creare un’unica azienda che si occupi dell’intera infrastruttura della rete italiana per quanto riguarda lo sviluppo, la gestione e soprattutto la rivendita della fibra ottica. Uno scenario decisamente interessante ma che inevitabilmente farebbe scattare il controllo da parte del Commissario europeo per la concorrenza per verificare che non ci siano violazioni sulle regole dell’antitrust.
Se quindi Tim dovesse accettare l’offerta di Cassa Depositi e Prestiti, per i motivi sopra descritti, le tempistiche si allungherebbero di molto, mentre l’offerta di KKR sarebbe subito accettata senza lungaggini burocratiche.
C’è anche da dire che se la proposta di CDP verrà accettata e non si verificheranno problemi relativi all’antitrust, avremmo una nuova realtà decisamente imponente sul nostro territorio (controllata principalmente dallo Stato italiano e quindi non da investitori stranieri) in grado di cambiare le sorti del nostro Paese lato telecomunicazioni, settore essenziale per lo sviluppo di una Nazione.
Aspettiamo nei commenti cosa ne pensate di questa vicenda. Secondo voi quale sarà lo scenario della possibile acquisizione della rete Tim da parte di Cassa Depositi e Prestiti. Fateci sapere la vostra.