Siamo sicuri che pochi di voi in realtà conoscono le vere regole di WhatsApp. Lo sappiamo tutti, i termini e condizioni di un servizio, tanto più se gratuito, non li legge nessuno. Ma fatto sta che WhatsApp può essere utilizzato per delle cose e non per altre. Violando queste regole di fatto si rischia la disattivazione dell’account. Oggi su UpGo ci occupiamo delle regole – che alla fine nessuno rispetta – del servizio di messaggistica gratuita WhatsApp.
WhatsApp non è terra di nessuno. L’app è obbligata ovviamente ad adeguarsi costantemente alle sempre più stringenti normative europee in tema di protezione dei dati ed in particolare di quelli dei minori.
La maggiore età digitale, in questo caso, è stata indicata al compimento del 16esimo anno di età. Quindi, sotto i 16 anni, gli utenti italiani e di tutta l’ Unione Europea hanno il divieto assoluto di iscriversi ed utilizzare WhatsApp, in linea con la normativa UE denominata GDPR. In realtà però, il divieto resta assolutamente teorico. Anche scaricando l’applicazione oggi, lo sviluppatore (WhatsApp è di proprietà di Facebook) non effettua alcuna verifica sull’età dell’utente. Ma questo non è l’unico divieto che riguarda il principale servizio mondiale di messaggistica istantanea. (continua dopo l’infografica…)
Su WhatsApp non tutto è permesso. Il servizio di messaggistica che ha di fatto cancellato i proventi dagli sms per i gestori Tim, Wind 3 e Vodafone, ha delle regole ben precise che la maggior parte di noi disattende completamente.
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Usiamo WhatsApp ormai con totale disinvoltura e nel farlo siamo in ottima compagnia. Basti considerare che nel mondo siamo più un miliardo di persone fra uomini e donne ad utilizzarlo. Eppure la ormai diffusissima app ha delle limitazioni e dei divieti che ignoriamo allegramente e che invece potrebbero costarci anche caro.
Non sappiamo o semplicemente ignoriamo il fatto che Whatsapp non può essere utilizzato dai minori di 16 anni. Almeno nell’ Unione Europea, nel resto del mondo il limite resta fissato a 13 anni.
Lo sapevate? Ma a giudicare il fatto che, almeno a star dietro ad un sondaggio effettuato da Mec Skuola-net, su cento ragazzi di età inferiore ai 16 anni, settanta di loro lo usa in barba alle prescrizioni che lo vietano a quell’età, evidentemente questo divieto sfugge ai più e come detto, il controllo degli sviluppatori è assolutamente nullo.
Chi ha creato questa ormai arcinota applicazione lo cita a chiare lettere nei termini e nelle condizioni. T&C oggi ereditate da Facebook, che ha acquistato e controlla il servizio. Eppure i ragazzini non ci fanno nessun caso e meno che meno i loro genitori. C’è un’altra limitazione prevista da questa applicazione che non scoraggia gli utenti di Whatsapp.
Ovvero, il regolamento vieta l’invio di messaggi il cui contenuto potrebbe essere di natura pornografica, razzista, offensiva, minacciosa, illegale e diffamatoria ed è inibita agli utenti che si collegano da Paesi soggetti a embargo da parte degli Stati Uniti o che sono da questi ritenuti “simpatizzanti dei terroristi” o, ancora, che facciano parte di una delle liste “proibite” dalla Casa Bianca.
Di contro Whatsapp si limita ad inserirlo nei termini contrattuali senza verificare se poi l’utente si attenga o meno ai divieti imposti nell’utilizzo del servizio.
Però ciò non significa che in caso di violazione la mancata osservanza o conoscenza dei termini contrattuali faccia ricadere eventuali illeciti sulla Società che gestisce i servizi, tutt’altro.
Visto che senza neanche farci caso, quando abbiamo scaricato l’app non abbiamo fatto neanche caso alla parte che ci informava che è l’utente l’unico responsabile dei contenuti pubblicati, identificato dal numero che appare sul display del proprio telefono e del ricevente, e, dunque, l’unico chiamato a rispondere per qualsiasi violazione perpetrata o danno causato.
WhatsApp e le funzioni antibufala
Anche WhatsApp, così come il resto dell’ecosistema Facebook, cerca di muoversi per combattere la diffusione di bufale online, fake news e catene di Sant’Antonio. È infatti assolutamente vietato diffondere sull’app di messaggistica notizie false e link a siti fake.
Tuttavia WhatsApp ha trovato un modo per scoraggiare fortemente questa pratica. Da diverso tempo è evidente su WhatsApp quando un messaggio non è stato scritto originariamente dal mittente ma è stato semplicemente “inoltrato”. Inoltre WhatsApp cercherà di bloccare gli inoltri troppo massicci di messaggi.
Perché se una notizia è fake, è anche virale. Purtroppo è così.
Ma voi rispettate davvero tutti i divieti di WhatsApp? Conoscevate queste regole? Fatecelo sapere nello spazio commenti qui in basso.