Recentemente, l’Antitrust italiano ha intensificato la sua attività di vigilanza, mettendo in luce problematiche in vari segmenti di mercato. L’ultima presa di posizione riguarda le offerte denominate “operator attack”, considerate discriminatorie e potenzialmente dannose per il corretto funzionamento del mercato. Vediamo di capire meglio. Se questo genere di news ti interessano, iscriviti al nostro Canale Telegram.
Cosa sono le offerte “operator attack”
Nei nostri articoli, facciamo spesso riferimento a questa tipologia di offerte. Per chi non è familiare con il termine, ecco un breve riepilogo. Le offerte “operator attack” sono una strategia di marketing adottata da alcuni operatori di telefonia mobile, che propongono tariffe particolarmente vantaggiose, spesso con grandi quantità di dati a un prezzo molto basso, ma solo ai clienti che decidono di passare da un operatore specifico. Queste offerte sono quindi “attacchi” diretti a un operatore concorrente, da cui il nome “operator attack”. Questa pratica ha preso piede principalmente dopo l’arrivo di Iliad nel mercato italiano, e viene spesso utilizzata dai gestori virtuali controllati da TIM, Vodafone e WindTre per contrastare Iliad.
La critica dell’Antitrust
La pratica delle offerte “operator attack” è criticata perché può creare una discriminazione tra i clienti a seconda dell’operatore di provenienza e può ostacolare la libera concorrenza nel mercato della telefonia mobile. L’Antitrust, in particolare, critica il modo in cui le compagnie telefoniche raccolgono informazioni sul gestore di provenienza dell’utente interessato a effettuare la portabilità del suo numero. Queste informazioni vengono poi utilizzate per offrire condizioni diverse a seconda dell’operatore di provenienza, creando una discriminazione tra i clienti. Secondo l’Antitrust, questo comportamento rischia di limitare lo sviluppo degli operatori virtuali e l’ingresso di nuovi soggetti nel mercato. Per impedire che ciò accada, l’Antitrust propone che gli operatori non possano proporre offerte che differiscono tra loro in base al fornitore di rete o al servizio di comunicazione elettronica da cui proviene il cliente. Se accolta, questa proposta potrebbe rappresentare un importante passo avanti verso un mercato più equo e trasparente.
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Il nostro punto di vista
Chi ci segue da tempo sa come la pensiamo sulle offerte “operator attack”: riteniamo che siano legate a un modo di fare business non propriamente corretto (anche se al momento sono totalmente legali). Alcuni operatori, Iliad su tutti, ma anche operatori virtuali come Fastweb, PosteMobile, Spusu e altri, hanno capito che la fidelizzazione degli utenti, oltre alla qualità del servizio, passa tramite tariffe trasparenti e disponibili per tutti, prezzi bloccati e una buona assistenza clienti, e non solamente con grandi quantità di giga a prezzi stracciati.
Concludiamo sottolineando come l’intervento dell’Antitrust rappresenti un importante passo avanti verso un mercato più sano. Le offerte “operator attack”, sebbene possano sembrare vantaggiose per i consumatori, sul lungo termine rappresentano in realtà un ostacolo al corretto funzionamento del mercato e alla libera concorrenza.