PIGNORAMENTO CONTO CORRENTE: te lo bloccano e resti senza soldi | Vietato fare questo errore
Hai commesso il terribile errore di non pagare? Adesso non puoi più farci niente. Ti prendono i soldi
Le cartelle esattoriali sono comunicazioni ufficiali con cui l’Agenzia delle Entrate-Riscossione invita i cittadini a regolarizzare debiti non saldati verso lo Stato. Questo documento viene emesso in seguito alla mancata risposta a precedenti avvisi di pagamento, trasformandosi così in una vera e propria ingiunzione che richiede il saldo delle somme dovute.
Questi debiti possono derivare da imposte non pagate, come l’Irpef o l’Iva, ma anche da multe stradali, contributi previdenziali o altri importi che, accumulandosi, diventano gravosi per il debitore.
L’Agenzia delle Entrate-Riscossione, oltre a emettere le cartelle, gestisce e controlla l’intero iter di riscossione dei crediti per conto dello Stato e di altri enti locali. Quando si riceve una cartella esattoriale, l’invito è a provvedere al pagamento il prima possibile per evitare il cumulo di interessi e sanzioni.
Se il destinatario ignora il primo invito a regolarizzare, l’Agenzia invia una nuova notifica, includendo una maggiorazione dell’importo iniziale che comprende penali e interessi di mora. Ogni volta che si ignora una comunicazione di questo tipo, i costi aumentano considerevolmente e il rischio di conseguenze si fa sempre più concreto.
Se non presti attenzione perdi tutto
In molti casi, per aiutare chi è in difficoltà a sostenere il pagamento, l’Agenzia consente di rateizzare l’importo, diluendo il debito in più tranche e alleggerendo così il peso dell’immediato. È bene ricordare, tuttavia, che anche le rate comportano l’aggiunta di ulteriori interessi, rendendo più oneroso l’importo complessivo da restituire. Inoltre, il mancato pagamento anche di una sola rata può portare a una rinotifica dell’atto, con un’ulteriore maggiorazione del debito.
Se non viene rispettata una scadenza, infatti, le agevolazioni vengono annullate e il debito ritorna a essere reclamato per intero, incluso delle sanzioni aggiuntive. Molti però tendono a sottovalutare i provvedimenti di Agenzia Entrate-Riscossione, immaginando di poter semplicemente bypassare i pagamenti per saldare tutto quando si ha una maggiore disponibilità o peggio attendendo la prescrizione delle cartelle.
Le cartelle però non possono andare in prescrizione se non sono decorsi almeno 5 anni. I 5 anni in questione però vengono contati dall’ultima notifica all’interessato. Per cui se il contribuente ha ricevuto nell’ultimo mese un nuovo sollecito a pagare, è da quest’ultima comunicazione che si devono far decorrere i termini per la prescrizione.
Il conto è in pericolo
Secondo le disposizioni vigenti, se il contribuente persiste nel mancato pagamento, il rischio non si limita alle sanzioni economiche. Infatti, oltre alla rinotifica dell’atto con gli importi maggiorati, l’Agenzia può procedere con misure più drastiche. Due tra le più gravi sono il fermo amministrativo dell’auto e il pignoramento del conto corrente. Il fermo amministrativo è una misura che impedisce l’uso del proprio veicolo finché il debito non viene saldato. Questa azione non solo limita la mobilità del cittadino, ma rappresenta anche un serio inconveniente in termini di vita quotidiana.
Il pignoramento del conto corrente, d’altra parte, rappresenta una misura ancor più invasiva, che consente all’Agenzia di riscuotere direttamente il denaro dal conto del debitore, fino alla copertura del debito. Questa procedura può essere applicata solo dopo una serie di notifiche e solleciti, ma rappresenta una delle azioni più severe previste dalla normativa fiscale per chi non rispetta i propri obblighi verso lo Stato. Per evitare tali conseguenze, è dunque fondamentale mantenersi informati sulle proprie pendenze e rispondere tempestivamente a ogni comunicazione da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione.