Gli operatori virtuali sono affidabili? Gli MVNO funzionano bene?
Vale la pena affidare la propria sim principale ad un operatore virtuale o secondo voi sono da utilizzare come sim secondaria?
Quali sono, in linea generale, i pro garantiti da un operatore virtuale rispetto ad una compagnia dotata di frequenze e proprio infrastrutture?
Sono tanti i clienti che in giro per il web cercano delle soluzioni alternative ai nomi più famosi, perché risultano costosi e alcune volte inefficienti nella delicata fase di assistenza (spesso beccare un operatore umano nei call center dei tre colossi è un’impresa davvero ardua).
Insomma, si cerca un modo per poter risparmiare ma allo stesso tempo avere un occhio di riguardo nei propri confronti.
In questo articolo, parliamo degli operatori mobili virtuali (MVNO, acronimo inglese di Mobile Virtual Network Operator), che possono sostituire nella scelta d’acquisto i ben più noti TIM, Vodafone e Wind Tre.
Ma partiamo dalle basi. Cosa sono gli MVNO?
Gli MVNO sono società che offrono dei servizi di telefonia mobile nonostante esse non posseggano effettivamente nessuna licenza valida per attivare le frequenze radio e neanche le infrastrutture più adeguate per fornire tutti i servizi in modo efficace. A tale scopo, essi richiedono il supporto degli operatori mobili reali (gli MNO).
Gli operatori mobili virtuali si strutturano secondo dei modelli specifici:
- Full Mobile Virtual Operator: in questo caso, l’azienda garantisce completamente il servizio che offre, appoggiandosi con la rete di proprietà dell’operatore reale con cui collabora. L’operatore virtuale si occupa di tutta la parte amministrativa e legale, è proprietario del servizio e gestire la distruzione e la convalida delle SIM;
- Enhanced service provider: diversamente dai Full MVNO, in questo caso l’azienda detiene la proprietà delle sole infrastrutture per la fornitura del servizio e la vendita dei prodotti. La convalida delle schede SIM è a cura dell’MNO;
- Mobile Virtual Enabler: l’MVNE non si occupa di gestire il traffico voce, gli SMS o Internet e non offre questi classici servizi all’utente finale. Questo modello di operatore mobile virtuale, si prende cura dell’assistenza clienti, raccoglie dati di fatturazione e pagamento ed effettua sondaggi.
Quali sono i principali MVNO in Italia?
Gli operatori mobili virtuali si stanno diffondendo sempre più in ogni parte del mondo. In Italia ce ne sono tanti, ma i più diffusi sono Fastweb Mobile, Poste Mobile e Tiscali Mobile.
Nell’insieme con tutti gli altri operatori secondari e meno famosi, gli operatori virtuali occupano circa l’8% del mercato. Leggi anche quali sono gli mvno italiani.
Esiste poi un mercato più giovane che è quello dei virtuali second brand, ovvero quei marchi posseduti dalle stesse compagnie telefoniche e che, operando proprio come un normale virtuale, riescono a proporre prezzi mediamente più bassi della compagnia principale.
Esempi concreti? Attualmente abbiamo sul mercato Ho Mobile, di Vodafone e Kena Mobile, di Tim.
Entrambi i gestori usano le reti della compagnia proprietaria ma offrono rispetto ad essa prezzi molto più bassi.
“Perché dovrei scegliere un operatore virtuale invece che uno reale? Mi posso fidare? La qualità della rete ne risente?”
Ecco un po’ l’elenco delle principali motivazioni che possono convincere un cliente nella scelta di un MVNO:
- Le tariffe – Uno degli aspetti da tenere in forte considerazione è il risparmio economico. Nonostante il ristrettissimo campo di visibilità a disposizione, le aziende “virtuali” offrono i propri servizi ad un costo minore rispetto alle tariffe standard. E parliamo sia dei virtuali veri che di quelli semi-virtuali, come Ho Mobile e Kena.
- Funzionalità aggiuntive a pagamento – Alcuni virtuali offrono gratis alcuni piccoli servizi aggiuntivi che le grandi compagnie fanno spesso pagare. Come ad esempio il “Ti Ho Cercato”o la Segreteria Telefonica.
- Assistenza clienti – A differenza di quanto accade per gli operatori mobili reali, che sfruttano personale quasi sempre estero istituendo dei call center in sedi decentrate rispetto al luogo di lavoro (in cui i costi sono inferiori); gli MVNO sono soliti gestire queste strutture internamente all’azienda per offrire il massimo in termini di efficienza, cordialità e professionalità al cliente, per qualsiasi suo dubbio o richiesta. Quindi, non è detto che l’assistenza offerta da un gestore virtuale sia meno efficace di quella data da una grande compagnia. Anzi.
In definitiva, gli MVNO sono affidabili? La risposta è: sì, lo sono. O comunque, dipende. È anche vero che nel passato, strutture fin troppo ardite crearono non pochi problemi ai clienti. Il caso più emblematico fu quello di Bip Mobile, il gestore low cost che prima di Iliad avrebbe dovuto rivoluzionare il mercato e che alla fine, causa debiti, finì per lasciare senza linea migliaia di utenti.
Dovette intervenire l’AGCOM per far sì che le numerazioni non andassero perse, obbligando il fornitore di allora Teologic, a favorire le portabilità del numero mobile.
Si tratta di un caso rimasto nella memoria di noi appassionati e che, speriamo, resterà unico. Perché gli altri virtuali hanno dato negli anni prova di stabilità e serietà. E non è sicuramente giusto che per la scarsa credibilità di uno, ci rimette l’intero comparto.
Ma ora, come sempre, la parola passa a voi. Cosa ne pensate? Gli operatori virtuali sono affidabili? Si può scegliere come sim principale quella di un gestore virtuale MVNO? Usate, come di consueto, lo spazio commenti qui sotto.