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Monk Mode: resistere 30 giorni senza usare lo smartphone

Bentornati su UpGo.news, dove semplifichiamo le complessità del nostro mondo digitale. Oggi esploriamo il fenomeno di TikTok, la “Modalità Monaco“, una tendenza che invita a un’esistenza più consapevole, distaccata dall’incessante flusso di connettività. Ma di cosa si tratta esattamente?

Cos’è la “Modalità Monaco”?

Nonostante non sia un concetto recente, la “Modalità Monaco” affonda le sue radici nelle pratiche ascetiche di culture antiche. Si presenta come una risposta all’iperconnettività, suggerendo un ritiro dalle distrazioni quotidiane per nutrire mente, corpo e spirito. Paradossalmente, sta crescendo in popolarità su TikTok, piattaforma che si nutre di connessioni continue.

Origini del termine e influenze culturali

Il termine deriva dai monaci, famosi per la loro vita di riflessione, semplicità e, spesso, isolamento. La “Modalità Monaco” moderna, pur non imponendo un completo stile di vita monastico, promuove un’esistenza più consapevole e intenzionale, lontana dalle incessanti notifiche e aggiornamenti.

Regole e pratiche comuni

Chi segue la “Modalità Monaco” si impegna in diverse autodiscipline, come meditazione, attività fisica, alimentazione equilibrata e, soprattutto, l’allontanamento dai social media, riconquistando così tempo e spazio mentale, riducendo ansia e migliorando la concentrazione.

La “Modalità Monaco” nell’era digitale

Oggi la nostra epoca è dominata dalla tecnologia, e la “Modalità Monaco” si presenta come una possibile ancora di salvezza in un mare di rumore digitale. Questa tendenza, che promuove la disconnessione, come già detto trova ironicamente terreno fertile proprio su TikTok, una delle piattaforme che incarnano l’essenza dell’essere sempre connessi. Questa contraddizione sottolinea la complessità della nostra relazione con la tecnologia: aspiriamo alla solitudine digitale ma navigiamo attraverso le stesse piattaforme che alimentano la nostra sete di connessione.

Parallelamente, assistiamo alla nascita di applicazioni come “Freedom”, progettate per facilitare questa disconnessione. Questi strumenti, diventati alleati nella pratica della “Modalità Monaco”, offrono la possibilità di limitare l’accesso a siti web e app distrattivi, incarnando una soluzione tecnologica che aiuta a combattere le sfide presentate dalla tecnologia stessa. Così, mentre la “Modalità Monaco” guadagna popolarità, sottolinea anche la nostra lotta collettiva per bilanciare la connessione e la disconnessione, evidenziando come, nel tentativo di ritrovare noi stessi, cerchiamo ancora soluzioni nel mondo digitale da cui desideriamo allontanarci. In sintesi abbiamo bisogno della tecnologia per liberarci dalla tecnologia.

Benefici e critiche

La “Modalità Monaco”, sebbene lodata per i suoi potenziali benefici, non è esente da critiche. Mentre alcuni vedono un percorso verso una maggiore pace interiore, altri mettono in discussione la sua applicabilità e i possibili rischi.

Impatto sulla salute mentale e la concentrazione

La pratica è stata associata a un miglioramento della salute mentale, con sostenitori che segnalano una maggiore chiarezza mentale e una riduzione dello stress. La rimozione delle distrazioni digitali è vista come un modo per “resettare” il cervello, permettendo una maggiore concentrazione e presenza mentale.

Controversie e possibili rischi

Come detto però, la “Modalità Monaco” ha i suoi detrattori. Le preoccupazioni vanno dall’isolamento sociale all’approccio quasi fanatico di alcuni seguaci. In più, c’è il rischio che, cercando di evitare le distrazioni digitali, si possa cadere in un ciclo di evitamento, perdendo il contatto con la realtà e le relazioni significative.

Riflessioni finali: trovare l’equilibrio

Come per molte cose il giusto si trova nel mezzo. La “Modalità Monaco” ci interpella, invitandoci a una riflessione profonda sull’importanza dell’equilibrio nella nostra vita digitale. In un mondo dove la tecnologia permea ogni angolo della nostra esistenza, riscoprire lo spazio per la quiete mentale diventa non solo desiderabile ma essenziale. Questa pratica ci ricorda che la vera serenità deriva dalla comprensione e dall’accettazione di sé, non dall’evasione o dall’isolamento estremo.

Da parte nostra, qui su UpGo, pur essendo immersi quotidianamente nell’universo digitale per lavoro e per passione, riconosciamo il valore di staccare la spina di tanto in tanto. Crediamo fermamente nella disintossicazione digitale come respiro rinfrescante per la mente, un ritorno alle basi che ci aiuta a riconnetterci con noi stessi e con gli altri a un livello più autentico. Dall’altro canto, guardiamo con un certo scetticismo la frenesia con cui queste pratiche vengono condivise e promosse su TikTok, temendo che ciò possa ridurle all’ennesimo trend effimero, perdendo l’opportunità di instaurare un cambiamento significativo e duraturo.

In conclusione, la “Modalità Monaco” ci offre una pausa riflessiva, un’opportunità per riconsiderare come interagiamo con il mondo digitale. Mentre accogliamo i benefici di questa disconnessione, è essenziale mantenere un approccio equilibrato, ricordando che la nostra umanità si definisce attraverso la qualità della nostra presenza, sia online che offline, e non dall’assenza.

Fateci sapere cosa ne pensate di questo argomento e se avete già provato a mettere in atto la “Modalità Monaco” e, se sì, come vi state trovando.

Simone Pifferi: Simone Pifferi. Copywriter freelance, può scrivere su tutto ma le sue passioni riguardano la comunicazione, il web marketing, il settore telco e l'editoria. Dopo la formazione umanistica si appassiona alla SEO, al web design e allo sviluppo di siti web. Attualmente collabora come copywriter con diverse web agency e blog di settore. Simone Pifferi su Linkedin