Sarà possibile avere internet veloce con Amazon
Tra le aziende che stanno mostrando interesse per le connessioni internet satellitare, settore al momento dominato da Starlink (la costellazione con la firma di Elon Musk), c’è anche Amazon. L’e-commerce più famoso del mondo (Amazon è considerata la più grande Internet company a livello globale) ha già da tempo presentato il suo progetto per fornire internet ad alta velocità attraverso la sua rete di satelliti. In questo post vi diciamo come funziona e quanto dovremmo aspettare prima che il servizio sia attivabile. Vuoi ricevere tutte le news su l’internet via satellite? Iscriviti al canale Telegram dedicato Starlink Italia News.
Cos’è Amazon Kuiper?
L’azienda di Bezos ha intenzione di lanciare un numero complessivo di 3.236 satelliti. Il progetto si chiama Kuiper, in onore della fascia di Edgeworth-Kuiper, zona del sistema solare posizionata oltre l’orbita di Nettuno, così come l’azienda che si sta occupando dello sviluppo, interamente di proprietà di Amazon, si chiama Kuiper System LLC. Proprio quest’azienda ha ricevuto l’ok da parte della FCC (Federal Communications Commision) per il lancio dei primi satelliti che, stando ad alcuni rumors, dovrebbe avvenire entro maggio 2023.
Il progetto Kuiper nasce quindi con l’obiettivo di portare connessione a banda larga in tutto il mondo. Gli oltre tremila satelliti saranno progressivamente spediti nello spazio e si posizioneranno su 98 diversi piani orbitali, a una distanza compresa tra i 590 e i 630 chilometri.
Proprio queste distanze dalla superficie terrestre definiscono questi satelliti come LEO (Low Earth Orbit), in grado di offrire una velocità di navigazione molto performante e latenze molto basse (da sempre il problema principale delle connessioni internet satellitari).
Nello specifico i satelliti saranno così suddivisi:
- 784 nella fascia intorno ai 590 chilometri di altitudine;
- 1296 in quella dei 610 chilometri
- 1156 in quella a 630 chilometri
Secondo i piani del Progetto Kuiper questi satelliti effettueranno una media di 16 giri dell’orbita terrestre al giorno, coprendo l’area del Pianeta compresa tra le latitudini 56° Nord e 56° Sud (fascia in cui vive quasi il 95% della popolazione globale).
Come abbiamo detto il lancio dei primi satelliti è previsto per maggio 2023 ed entro il 2026 sarà in orbita la metà dei 3.236 satelliti necessari per il completamento della costellazione, ma già dal prossimo anno verranno avviate in via sperimentale le prime connessioni.
Le tempistiche sono ovviamente più lunghe rispetto a quelle che ha dovuto affrontare Starlink, questo perché Amazon a differenza di SpaceX, non dispone di razzi spaziali di sua proprietà. Ovviamente un impedimento non da poco. Amazon ha preso accordi con diverse società come ULA, Arianespace e Blue Origin
Come funzionerà internet di Amazon?
Il funzionamento delle connessioni internet satellitari targate Amazon non sarà diverso da quello di Starlink (e in generale da come funziona internet via satellite). Il segnale viene trasmesso dal satellite alle stazioni terrestri NOC (in questo Amazon si è portata avanti creando le sue Web Services Ground Station) che a loro volta trasmettono il segnale Wi-Fi satellitare a una parabola (generalmente posizionata sul tetto dell’abitazione dell’utente) a cui è collegato un modem.
Anche se per i lanci dei satelliti e quindi l’effettiva possibilità di abbonarsi al servizio occorrerà aspettare (non si ha una data ben precisa), Amazon ha già presentato le sue antenne. Saranno di tre tipologie diverse, con caratteristiche e costi differenti. Una standard con prestazioni, ovviamente da verificare sul campo, pari a 400 Mbps in download e un costo massimo di 400 dollari; una versione più piccola ed economica con prestazioni limitate a 100 Mbps in download ed infine una versione più grande e dalle prestazioni top dedicata ad aziende e professionisti, in questo caso le velocità raggiungibili saranno di ben 1 Gbps (non si conoscono però i costi).
Ancora nessun dettaglio sui costi da corrispondere mensilmente per poter accedere al servizio che, presumibilmente, potrà essere attivato non prima della fine del 2024.