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I sindacati vogliono la tariffa minima di Stato

I sindacati di settore vorrebbero imporre una tariffa minima di Stato, ovvero un prezzo sotto il quale sia vietato scendere, per Legge. Così da tutelare lavoratori e negozianti del settore telecomunicazioni. Insomma, un modo per tenere alti, artificiosamente, i prezzi, alla faccia della libera concorrenza. Una proposta che ha sollevato non poche critiche. In questo articolo cerchiamo di approfondire e di fare qualche considerazione, visto che conosciamo il mercato telco e ve lo raccontiamo quotidianamente. Se siete clienti Iliad e appassionati di telefonia vi ricordiamo che c’è UPGOFREE e che potete seguire questo canale su WhatsApp cliccando qui e su Telegram cliccando qui.

Una proposta controversa: il nostro punto di vista

Partiamo subito condividendo la nostra opinione: una mossa come l’introduzione di una tariffa minima per le offerte di telefonia mobile, a nostro avviso, potrebbe danneggiare seriamente l’intero mercato. Le offerte “operator attack” o “winback”, seppur necessitino di maggiore trasparenza, non obbligano gli utenti alla sottoscrizione. Molti consumatori scelgono consapevolmente queste opzioni per il risparmio a breve termine che offrono. Imporre una tariffa minima di Stato rappresenterebbe un passo indietro rispetto alla logica di un mercato moderno e competitivo.

La situazione attuale: concorrenza, Antitrust e trasparenza

Il mercato delle telecomunicazioni in Italia è un esempio di successo grazie alla forte concorrenza, con prezzi tra i più bassi in Europa e un’ampia varietà di offerte. Nonostante questo, l’Antitrust ha sollevato preoccupazioni riguardo le pratiche di mercato come le offerte selettive a basso costo per riacquisire clienti. Secondo l’ente queste offerte, vantaggiose nel breve termine, potrebbero minacciare la sostenibilità a lungo termine del settore.

Questa considerazione potrebbe anche rivelarsi giusta, una guerra ai prezzi più bassi, cosa che è già in corso, non potrà continuare all’infinito, e in molti ne usciranno sconfitti. Sta già accadendo, i grandi operatori stanno perdendo pezzi ogni anno: c’è chi vende la propria rete, chi valuta di uscire dal mercato italiano, chi si mette a vendere assicurazioni e forniture energetiche. Tutti stanno rivedendo le loro strategie.

Noi crediamo sia un processo inevitabile, e la soluzione non è limitare la libertà di mercato, piuttosto aumentare la trasparenza e l’informazione per i consumatori.  La trasparenza è fondamentale, ma non deve essere un pretesto per soffocare la concorrenza. Crediamo che i consumatori siano abbastanza informati per comprendere la natura delle offerte a breve termine e che una regolamentazione eccessiva potrebbe privarli di opzioni vantaggiose. Senza contare che molti operatori, pensiamo a Iliad, Fastweb, Spusu e tanti altri, offrono tariffe eque senza bisogno di praticare sconti selettivi, dimostrando che è possibile un mercato equilibrato senza interventi normativi eccessivi.

La tariffa minima dei sindacati: implicazioni e conseguenze

Questa recente proposta sindacale è un’azione che potrebbe rivoluzionare il mercato in un modo che ci preoccupa. Da una parte, l’intento di proteggere i costi operativi e gli investimenti sembra valido, ma dall’altra, questa mossa potrebbe portare a una significativa limitazione della concorrenza. Incrementare i prezzi e ridurre la varietà delle offerte, come temiamo potrebbe accadere, rappresenta un passo indietro per un settore che ha tratto enormi benefici dalla libera concorrenza.

I consumatori, in particolare, potrebbero trovarsi di fronte a una scelta limitata e a prezzi più alti. Questo non solo riduce la pressione competitiva che finora ha stimolato offerte innovative e convenienti, ma va anche contro la libertà di scelta che dovrebbe essere un diritto fondamentale in un mercato sano. Crediamo che la proposta di una tariffa minima possa finire per danneggiare proprio coloro che si cerca di proteggere: i consumatori.

Immaginando un ipotetico scenario con una tariffa minima di Stato, vediamo un mercato senza innovazione e con una stagnazione dei prezzi. Una retrocessione a quando il settore era statico e quando un mercato ha queste caratteristiche a rimetterci sono sempre gli utenti.

La nostra visione: difesa della concorrenza e dell’innovazione

Insomma, dalla redazione di UpGo.news siamo convinti che il settore delle telecomunicazioni abbia bisogno di mantenere la sua vitalità attraverso una sana concorrenza e non di limitazioni che potrebbero rallentare la sua crescita e il suo sviluppo. Ben vengano pratiche che favoriscano un mercato più equo e trasparente, ma crediamo che una sana concorrenza sia quella spinta necessaria per miglioramenti e innovazioni nel settore. Una tariffa minima di Stato ci sembra un ostacolo.

Ovviamente questo post rappresenta la nostra opinione su questa recente proposta. Vogliamo sapere cosa ne pensate voi. Vi invitiamo a condividere i vostri pensieri su questo argomento utilizzando il box dei commenti qui sotto o unendovi alla discussione sui nostri Canali Telegram o WhatsApp.

Simone Pifferi: Simone Pifferi. Copywriter freelance, può scrivere su tutto ma le sue passioni riguardano la comunicazione, il web marketing, il settore telco e l'editoria. Dopo la formazione umanistica si appassiona alla SEO, al web design e allo sviluppo di siti web. Attualmente collabora come copywriter con diverse web agency e blog di settore. Simone Pifferi su Linkedin