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Ascolti Dazn in calo: italiani sempre meno affezionati al calcio in tv

In quest’ultimo periodo qui su UpGo ci siamo occupati spesso delle piattaforme che trasmettono lo sport, parlando di abbonamenti, dettagli e caratteristiche, ma il calcio, da sempre un pilastro della cultura italiana, sta attraversando un periodo di incertezza. I dati sugli ascolti di Dazn e della Serie A mostrano un calo che non può essere ignorato. In questo articolo affrontiamo l’argomento con qualche considerazione sul futuro del calcio italiano e della Serie A.

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La situazione attuale

La Serie A, una delle leghe calcistiche più seguite al mondo, sta attraversando un periodo difficile. I dati sugli ascolti delle prime tre giornate del campionato mostrano un calo significativo rispetto alla stagione precedente. Ad esempio, la terza giornata ha totalizzato 4,7 milioni di spettatori su Dazn, in calo rispetto ai 4,8 milioni della stagione 2022/23. È vero che l’inizio del campionato è generalmente meno seguito rispetto alle fasi conclusive, ma comunque questa tendenza sta preoccupando i vertici dei detentori dei diritti di trasmissione.

Le partite flop

Alcune partite hanno registrato numeri particolarmente bassi. Tre incontri, tra cui Atalanta-Monza e Bologna-Cagliari, non hanno nemmeno raggiunto gli 80.000 spettatori. Questi numeri sono preoccupanti per gli stakeholder del calcio italiano (soprattutto gli sponsor) e sollevano domande sul valore commerciale della Serie A.

I fattori del calo

Una delle ragioni più citate per questo calo è la fine della “concurrency”, ovvero la possibilità di vedere più partite contemporaneamente, e l’aumento dei prezzi degli abbonamenti Dazn. Questi fattori potrebbero aver scoraggiato i tifosi dall’accendere la TV o dal sottoscrivere un abbonamento, riducendo così la base di spettatori.
Un altro elemento da considerare è il calo specifico per alcune squadre. La partita Udinese-Juventus, ad esempio, ha registrato solo 678.717 ascoltatori, un numero che non raggiunge nemmeno il milione. Questo calo è particolarmente sorprendente e solleva interrogativi sullo stato di salute del calcio italiano.

Risulta chiaro come questo calo degli ascolti potrebbe avere ripercussioni sui futuri diritti televisivi della Serie A. La Lega Calcio è attualmente in trattative per i diritti TV dei prossimi 3-5 anni, e questi numeri potrebbero influenzare le decisioni. Il calo potrebbe anche avere un impatto sul valore dei contratti pubblicitari e degli sponsor.

L’interesse per altri sport

Mentre il calcio vede un calo, altri sport come il volley, il basket e l’atletica leggera stanno guadagnando terreno, complici gli ottimi risultati portati dagli atleti azzurri nelle recenti rispettive manifestazioni sportive. Forse gli italiani si sono finalmente accorti che non esiste solo il calcio. Questo cambio di tendenza potrebbe avere un impatto significativo su tutti gli aspetti che ruotano intorno al calcio, dai club alla Lega fino alle strategie di marketing da adottare in futuro.

Proprio parlando di futuro, per invertire questa tendenza, è fondamentale adottare nuove strategie. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di offrire pacchetti di abbonamento più flessibili o di introdurre nuovi formati interattivi che possano coinvolgere maggiormente il pubblico. Altre opzioni potrebbero includere partnership con altre piattaforme di streaming o l’introduzione di contenuti esclusivi.

Conclusioni

Chiudiamo con qualche considerazione: il calo degli ascolti della Serie A e di Dazn è un campanello d’allarme che non può essere ignorato. È fondamentale affrontare questo problema per garantire un futuro prospero al calcio italiano. D’altro canto, dare spazio e visibilità a tanti altri sport secondo noi è una cosa assolutamente positiva. Con una maggiore attenzione da parte degli utenti, sport fino ad ora considerati “minori” beneficeranno di questa situazione, magari attirando più sponsor.

Resta il fatto che c’è la necessità per le autorità calcistiche e i broadcaster di agire rispetto a questa situazione, soprattutto in vista dell’assegnazione dei diritti per le nuove stagioni. Le strategie future dovranno assolutamente essere riviste per invertire questa tendenza preoccupante.

Cosa ne pensate di questo argomento? Credete che la causa sia legata solamente all’aumento dei costi degli abbonamenti? Commentate o partecipate alla discussione su Telegram.

Simone Pifferi: Simone Pifferi. Copywriter freelance, può scrivere su tutto ma le sue passioni riguardano la comunicazione, il web marketing, il settore telco e l'editoria. Dopo la formazione umanistica si appassiona alla SEO, al web design e allo sviluppo di siti web. Attualmente collabora come copywriter con diverse web agency e blog di settore. Simone Pifferi su Linkedin