Nove vuole diventare la nuova La7. Inebriati dal successo di Fabio Fazio, quelli di Warner Bros Discovery ci credono davvero e ora vorrebbero trasformare il loro canale di punta in una vera ammiraglia generalista, grazie a nuove tv star. E come hanno offerto un canale interamente dedicato a Maria De Filippi, potrebbero provare ad offrirlo ad Enrico Mentana.
La strategia di Warner Bros Discovery sul digitale terrestre
Non che Warner Bros Discovery fin qui non sia stata ambiziosa; con un bouquet di canali, l’azienda ha conquistato una fetta importante sul digitale terrestre, ma giocando soprattutto una partita in qualche modo simile a quella che già conoscevano nel segmento pay TV, ovvero canali di nicchia dedicati a specifici segmenti di pubblico, con programmi prevalentemente poco costosi e di importazione. Insomma, con una serie di canali che valgono l’1%, è più facile fare uno share che ormai abitualmente supera il 7-8% a livello nazionale. Da quest’anno, però, con Fabio Fazio, la mega nuova star che in Warner Bros Discovery è praticamente venerato, l’azienda avrebbe deciso anche un cambio di strategia. Puntando sul canale Nove.
Il nuovo NOVE
Resta lo schema dei canali super tematici, che funzionano bene, ma Nove può aspirare a ben più alte performance. Si starebbe facendo pressione sugli americani per avere molto più budget per l’Italia, mostrando i numeri incredibili dello show di Fazio. Non solo a verifica di un successo che, tutto sommato, era comunque abbastanza annunciato, ma soprattutto per sottolineare quanto, alla fine, il pubblico italiano sia anche molto dinamico, quindi in grado di seguire il contenuto a prescindere dal contenitore. Ciò significa che con un palinsesto più forte e realmente più generalista, anche il vecchio pubblico della TV tradizionale è ben disposto a migrare, almeno fino al numero 9 del telecomando.
Canali tematici affidati ai personaggi
Ed infatti, in questi giorni, TVBlog.it ha rivelato un’anteprima sulle trattative di Warner Discovery con Enrico Mentana, con l’obiettivo di sfilare il “direttorissimo” dal canale La7 di Cairo. E la scuderia La7 può diventare preda facile per Warner Bros Discovery perché è una rete che, in qualche modo, ha a livello industriale un approccio quasi all’opposto. Mentre Cairo non ha particolari ambizioni di crescita ma è molto severo con la riduzione dei costi, Warner Discovery è in una fase invece sicuramente più spendacciona e può permettersi sicuramente investimenti maggiori per l’acquisto di nuove TV Star. Enrico Mentana, lo diciamo per dovere di cronaca, ha già smentito la trattativa con Warner Bros Discovery, ma a tutti è sembrata una smentita d’obbligo, e quindi non è detto che tutto si fermi qui.
Dalla parte di Warner Discovery poi non ci sono solo i soldi ma un’intera capacità editoriale che è supportata da tanti canali e da diversi brand anche internazionali, con i quali creare sinergia per quanto riguarda l’informazione. Ad esempio, si dice che Mentana sarebbe stato messo a capo non solo di un nuovo telegiornale per il canale NOVE ma di una vera e propria struttura all news che sarebbe stata CNN Italia. Infatti, CNN è un brand del network internazionale Warner Discovery. Grazie all’enorme capacità di reti televisive a disposizione, Warner Discovery è nelle condizioni anche di proporre addirittura canali tematici a disposizione di singoli personaggi. Ad esempio, l’azienda ha confermato che una tale proposta venne fatta tempo fa a Maria De Filippi per sfilarla da Mediaset. A lei il gruppo avrebbe dedicato un intero canale per contenere i diversi programmi e live delle produzioni dell’universo Fascino.
Un Maria De Filippi Channel che sicuramente avrebbe dato ampissima visibilità alla regina della televisione pop.
Insomma, la voglia di Warner di espandersi c’è, e addirittura, ma qui siamo proprio nel campo della fantatv e della fantafinanza, c’è chi non ha escluso un’offerta a Cairo proprio per l’acquisto dell’intera rete televisiva La7. A quel punto, quello che oggi è Warner, il terzo editore nazionale, avrebbe le carte in tavola davvero per competere ad armi pari con Rai e Mediaset, a dimostrazione che comunque la televisione generalista, ovvero quella che Pier Silvio Berlusconi definisce la televisione calda, è tutt’altro che morta.