Cosa si rischia a guardare la Serie A sui siti pirata

La pirateria nello streaming sportivo è un problema che affligge l’industria del calcio da anni. Secondo recenti statistiche, circa il 30% degli spettatori accede a contenuti sportivi attraverso canali non autorizzati. In Italia, AGCOM e DAZN hanno unito le forze per affrontare questa sfida. Quali sono i dettagli di queste azioni e come influenzeranno il futuro dello streaming sportivo in Italia? E soprattutto, quali sono i rischi per chi decide di guardare partite su siti pirata?

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Il contesto

Torniamo a parlare di questo argomento dopo la recente notizia di un massivo intervento dell’AGCOM che ha bloccato ben 45 siti pirata durante le prime due partite di campionato. Oggi lo streaming sportivo è diventato un elemento fondamentale per gli appassionati di calcio italiani. DAZN, in particolare, ha acquisito i diritti esclusivi per la trasmissione delle partite della Serie A e B. Sebbene la piattaforma sia impegnata nell’offrire un servizio di alta qualità ai suoi abbonati, con l’aumento del costo degli abbonamenti, sempre più tifosi cercano alternative, spesso illegali, come siti web non autorizzati o app di streaming.

Il DL Antipirateria

Il Decreto Legge Antipirateria è stato approvato all’unanimità dal Senato italiano proprio qualche mese prima dell’inizio del campionato di Serie A, introducendo misure severe contro la pirateria digitale. Occorre segnalare che le sanzioni ricadranno, oltre che sui fornitori di servizi illegali, anche sugli utenti. Ora, chi viola il diritto d’autore di opere audiovisive, inclusi gli eventi sportivi, rischia una multa fino a 5.000 euro e fino a tre anni di carcere. Questa nuova legge rappresenta un passo significativo nella lotta contro un fenomeno che causa danni per oltre 700 milioni di euro in termini di Pil e mancati introiti fiscali per 319 milioni di euro.

Grazie al decreto, ora l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni può oscurare immediatamente i siti che trasmettono illegalmente eventi live. Questo potere si estende a tutte le forme di trasmissione illecita, comprese le IPTV (anche conosciute come “pezzotto”).

Il recente intervento dell’AGCOM

Come anticipato, non appena il campionato è iniziato, l’AGCOM ha oscurato  45 siti web, tra cui noti portali come “CalcioLive” e “SportStream”. Questa azione è stata resa possibile grazie all’articolo 9-bis del regolamento sul diritto d’autore online, che fornisce all’ente il potere di agire rapidamente contro le violazioni. In particolare questo articolo introduce il concetto di “ingiunzioni dinamiche”, ovvero la possibilità di bloccare l’accesso ai siti pirata in soli 30 minuti.

Implicazioni e futuro

Le azioni di AGCOM e DAZN non sono solo un segnale forte diretto ai pirati, ma anche un messaggio ai consumatori sull’importanza del rispetto dei diritti d’autore. È innegabile che l’aumento dei costi degli abbonamenti a DAZN abbia contribuito alla ricerca di alternative illegali. La domanda che sorge spontanea è: queste misure saranno sufficienti a contrastare un fenomeno alimentato anche da fattori economici? Come abbiamo detto, le sanzioni per chi utilizza streaming piratati ora includono multe salate e persino azioni legali.

Conclusioni

La pirateria nello streaming sportivo (e non solo quello) è un fenomeno intricato, influenzato da una serie di fattori, primo su tutti i costi degli abbonamenti. Sebbene queste iniziative segnano un progresso notevole, la strada per eradicare completamente il problema è lunga e complicata. Secondo noi il problema sta in una corretta comunicazione con gli utenti. Occorre far capire che oltre al fattore economico, c’è quello etico che coinvolge, nel caso dello streaming sportivo, il rispetto per gli atleti, le squadre e soprattutto tutte le figure professionali che rendono possibile la fruizione di un evento in streaming.