Chi ci segue da qualche tempo ormai dovrebbe avere familiarità con i provider OpenFiber e FiberCop, ovvero i due gestori all’ingrosso che “affittano” le loro reti agli operatori che poi propongono le varie offerte agli utenti finali. Ma quindi è meglio essere raggiunti dalla rete Open Fiber o da quella FiberCop? In questo articolo cerchiamo di dare una risposta e vediamo che scenario potrebbe verificarsi in un prossimo futuro.
Per seguire più da vicino i nostri contenuti vi ricordiamo di iscrivervi al nostro canale Telegram ufficiale UpGo.news.
Operatori wholesale a confronto
Come in tutti i confronti che facciamo riguardo agli operatori nel settore telco, è sempre difficile decretare un vincitore. Sicuramente quello che ci viene da dire, anche se suona un po’ banale, è che la rete migliore è sempre quella che arriva alla propria abitazione. Quindi con i vari tool di verifica messi a disposizione sia da Open Fiber che da Fiber Cop, la prima cosa da fare è sapere quale rete raggiunge il vostro domicilio. Se poi si ha la fortuna di essere coperti da entrambi, può avere senso guardare nel dettaglio alcuni aspetti come per esempio i lavori che sono stati fatti per posare la fibra, lo stato degli armadi stradali e così via.
In linea di massima, se non ci sono particolari criticità, il nostro consiglio è quello di scegliere in base al provider che vende il servizio piuttosto che sulla base della rete a cui si appoggia.
Sicuramente il sistema che c’è sotto è decisamente complesso, fatto di accordi tra società, investimenti pubblici, privati e fondi europei. Dire quindi quale sia la rete migliore è pressoché impossibile. Diciamo che quella Fiber Cop sembra essere posata meglio rispetto ad Open Fiber, ma quest’ultima ha decisamente una maggiore copertura. Spessissimo succede che la rete FiberCop non copra un’intera città, mentre OpenFiber quando arriva in una particolare zona, punta a cablare tutta l’area.
Proprio per questa maggiore copertura succede che OpenFiber abbia molti più partner rispetto a Fiber Cop per le offerte in fibra ottica riservate agli utenti finali.
Altro piccolo punto a sfavore di FiberCop è che possiede solo i cavi e non gli altri apparati tecnologici che servono per rendere utilizzabile il servizio.
Ci sono poi alcuni aspetti molto tecnici come la differenza tra rete primaria, secondaria, backhaul, splitting 1:16/1:64, ma sono discorsi decisamente da “geek” e che vanno a determinare la maggiore qualità di una rete rispetto ad un’altra. Un utente finale che vuole solamente una connessione stabile, veloce e performante, può tranquillamente ignorare queste cose, dato che alla fine dei conti le due reti di cui stiamo parlando offrono le stesse performance.
Open Fiber e Fiber Cop: chi c’è dietro e cosa può succedere
Una delle principali distinzioni che possiamo fare tra i due gestori all’ingrosso è riguardo ai rispettivi proprietari. FiberCop è infatti una società totalmente privata le cui azioni sono possedute per il 58% da TIM, per il 37,5% dal fondo KKR (società di investimento globale americana che ha anche lanciato un’offerta per l’acquisto di TIM) e per il restante 4,5% da Fastweb. Open Fiber è invece una società partecipata al 60% da Cassa Depositi e Prestiti (controllata per la maggior parte dal Governo Italiano) e dal 40% dal Gruppo Macquarie.
Diciamo che attualmente lo scenario è un po’ complesso, sono coinvolte tantissime realtà e ci sono in ballo capitali altissimi. Certo una cosa che potrà succedere, se TIM dovesse accettare l’offerta di Cassa Depositi e Prestiti per l’acquisto della sua rete, è quella della fusione tra OpenFiber e FiberCop. Si verrebbe così a creare un’unica società per la gestione e fornitura della fibra ottica in tutto il Paese.