Qual è l’insediamento umano più isolato al mondo? Se non avete paura di restare abbastanza isolati, potreste sognare di di vivere a Tristan da Cunha, per i nerd geografici il simbolo dell’ isolamento estremo, un lembo di terra abitato nel mezzo dell’Atlantico Meridionale, distante migliaia di chilometri da qualsiasi altra forma di civiltà. Scoperta circa cinquecento anni fa, questa isola vulcanica attiva oggi ospita 238 cittadini. Tutti vivono, diciamo così, nella capitale dell’isola, l’unico piccolissimo centro abitato, che si chiama Edinburgh of the Seven Seas, la comunità più isolata del mondo.
La principale caratteristica di Tristan da Cunha è l’isolamento geografico senza paragoni. L’insediamento più vicino sull’isola principale si trova infatti a oltre 2.400 km di distanza. Ancora più lontana è la città abitata più vicina situata su un continente, Città del Capo, in Sudafrica, a 2.810 km di distanza. Questa situazione geografica rende i collegamenti con il resto del mondo estremamente limitati. Oltre la distanza enorme c’è da dire che su Tristan da Cunha non ci sono aeroporti né porti capaci di accogliere navi di grandi dimensioni a causa della conformazione territoriale inospitale dell’isola.
238 isolati dal resto del mondo
Il modo principale per raggiungere Tristan da Cunha è quindi attraverso un piccolo porticciolo, costruito originariamente nel 1967 e successivamente ampliato nel 2008, che può accogliere piccolissime imbarcazioni. Ma parliamo di oceano aperto quindi può accadere che il meteo non sia favorevole e ci siano quindi difficoltà di navigazione, isolando talvolta l’isola e i suoi abitanti per mesi. Per questo l’isola ha zero turismo. Il rischio è di andare a visitare Tristan da Cunha e poi non riuscire a tornare indietro per settimane e settimane.
La popolazione di Tristan da Cunha come dicevamo è composta da 238 individui appartenenti a otto famiglie, tra cui due con cognomi italiani. Tutta l’economia è legata commercio ittico delle aragoste. Anche la vendita di francobolli, particolarmente ricercati dai collezionisti, contribuisce all’economia locale. Il turismo, invece, come detto prima rimane marginale a causa delle difficoltà logistiche e della quasi totale assenza di collegamenti diretti con il mondo esterno.
Nessuno vuole nuovi cittadini a Tristan de Cunha e tutti i beni sono condivisi
L’isola proibisce l’immigrazione, ma permette la residenza temporanea per motivi di lavoro. Tra le infrastrutture presenti su Tristan si contano un piccolo ospedale, due chiese, un bar, un pub e una scuola che offre istruzione di base. L’isola si amministra in maniera autonoma grazie ad un consiglio locale ma di fatto l’organizzazione generale della società di Tristan da Cunha è di stampo, diciamo così, socialista. Nel senso che essendo di fatto una grande famiglia, tutti si aiutano l’un l’altro e anche i proventi dei piccoli business dell’isola vengono condivisi tra tutti gli abitanti. A Tristan di fatto non esistono ricchi e non esistono poveri.
Ma non è una comunità priva di problemi. E i principali sono quelli di salute derivanti da questo isolamento estremo. La popolazione riproducendosi in un ambiente così ristretto, è soggetta alla diffusione di malattie genetiche. Inoltre, i beni di prima necessità e i medicinali possono essere forniti soltanto dall’esterno, principalmente tramite navi provenienti dal Sudafrica, con tutte le incertezze che questo comporta. Provate a dover andare dal dentista per un intervento più importante e dover lasciare l’isola. Vi serviranno giorni di attesa per partire e poi circa cinque giorni di navigazione, in mare aperto, per raggiungere il Sud Africa.
E se ve lo state chiedendo, sì, su Tristan da Cunha internet c’è. E ovviamente arriva via satellite. Anche perché nel tempo libero non è che ci sia un gran da fare.