Bonus Elettrodomestici 2023. Come funziona il bonus
Ritorniamo a parlare di incentivi con il bonus mobili ed elettrodomestici, un’agevolazione pensata dal governo che sarà disponibile almeno fino al 2024. Vediamo in questo post di che si tratta e le informazioni su come e chi può ottenerlo e quali sono le scadenze.
Cos’è il bonus mobili ed elettrodomestici
Cercando di semplificare al massimo, il bonus mobili ed elettrodomestici è una sorta di incentivo messo in pratica con una detrazione Irpef del 50% per spese sostenute tra il 2022 e il 2024, da suddividere in dieci quote annuali fino ad un massimo di 10mila euro per il 2022, 8mila per il 2023 e di 5mila per il 2024.
Tradotto è un’agevolazione per chi compra nuovi arredi per il quale sono previsti lavori di ristrutturazione e per chi acquista grandi elettrodomestici per la riqualificazione energetica della casa. Non vi faranno sconti su quello che comprate, ma la metà di quanto spenderete la potrete detrarre dalle tasse.
Per quanto riguarda gli elettrodomestici la classe deve essere non inferiore ad A+ (A per i forni), E solamente per le lavatrici, lavastoviglie e asciugatrici e F per frigoriferi e congelatori.
Specifichiamo che il tetto di spesa ammissibile scenderà progressivamente negli anni che abbiamo citato e in quegli importi sono incluse le spese di trasporto e montaggio.
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Chi può usufruire del bonus
Questa tipologia di bonus può essere ottenuto solamente dalla persona che usufruisce della detrazione diretta. Questo significa che la persona che sostiene le spese della ristrutturazione edile, per cui si è fatta richiesta di detrazione, è uno dei coniugi, allora dovrà essere lo stesso coniuge a fare richiesta e accedere all’agevolazione.
Cosa interessante è che l’acquisto dei mobili o degli elettrodomestici è agevolabile anche se questi beni sono destinati ad un ambiente diverso dello stesso immobile per cui si è chiesto l’intervento edilizio.
In sintesi avete comunicato al vostro comune che state per ristrutturare il bagno, potete comunque comprare un divano, una cucina o degli elettrodomestici e farli rientrare nella detrazione.
Segnaliamo poi che è anche possibile accedere più volte al bonus se chi lo richiede esegue lavori di ristrutturazione su più immobili.
Cosa si può detrarre e cosa no
Rientrano negli interventi che si possono detrarre i seguenti lavori:
manutenzione straordinaria; manutenzione ordinaria; restauro; risanamento conservativo; ristrutturazione edilizia su singoli appartamenti e interi fabbricati; ricostruzione o ripristino di un immobile danneggiato da eventi calamitosi; ristrutturazione edilizia su parti comuni di edifici residenziali.
Per i mobili:
letti; librerie; cassettiere; materassi; tavoli; sedie; scrivanie; divani; poltrone; credenze; armadi; apparecchi di illuminazione;
Non rientrano tra i beni agevolabili le porte, le pavimentazioni (come il parquet) e le tende.
Parlando invece di elettrodomestici si possono portare in detrazione: forni; frigoriferi e congelatori, apparecchi per la cottura, piastre elettriche; forni a microonde; ventilatori e condizionatori; lavatrici, asciugatrici e lavastoviglie: stufe elettriche e apparecchi elettrici per il riscaldamento.
Tempistiche da rispettare
Per accedere al bonus è necessario che l’intervento di ristrutturazione sia iniziato non prima del 1° gennaio dell’anno precedente l’acquisto dei beni.
La data di avvio solitamente può essere provata dalla comunicazione di inizio lavori che si fa al proprio comune (CILA) tramite un geometra regolarmente iscritto all’albo.
Come ottenere il bonus
Per avere effettivamente accesso al bonus bisogna indicare le spese da detrarre nella dichiarazione dei redditi (730 o modello redditi persone fisiche). C’è l’obbligo di tracciabilità del pagamento, quindi sì a bonifici bancari, carta di credito o di debito. Ovviamente non sono ammessi pagamenti con assegni bancari o contanti.
Anche se i beni sono stati acquistati a rate, mediante un finanziamento, si può accedere comunque all’agevolazione. Stessa cosa per gli acquisti online. Se non si è in possesso della fattura, sarà sufficiente confermare la copia del pagamento e l’estratto conto della carta di credito per risalire ai dati fiscali di chi ha effettuato la spesa.