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Blocco totale Euro 5 e Euro 4. Dove e quando inizia il blocco

Blocco totale euro 5. Cosa sta succedendo spiegato in maniera semplice. Il blocco dei veicoli diesel Euro 4 e 5 sta diventando una realtà in diverse città italiane, scatenando un dibattito acceso. Con livelli di inquinamento che superano regolarmente i limiti consigliati dall’OMS in molte aree urbane, la questione è diventata urgente. In questo articolo cerchiamo di spiegare in parole semplici cosa sta succedendo, sia per i concessionari di auto, per le autorità locali e soprattutto per i cittadini. Per restare aggiornato sul blocco totale euro 5 segui UpGo anche su Telegram.

Blocco totale Euro 5 Piemonte e Lazio

A partire dal 15 settembre 2023, veicoli diesel Euro 4 e 5 saranno banditi dalle strade di numerosi comuni italiani, inclusi quelli del Piemonte e del Lazio. Questa misura segue la condanna dell’Italia da parte della Corte di Giustizia dell’Unione Europea per non aver mantenuto standard adeguati di qualità dell’aria. Ma non è solo un fenomeno italiano: città in tutta Europa stanno adottando misure simili per combattere l’inquinamento.

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Per fornire un contesto più ampio, è utile ricordare che le misure di controllo dell’inquinamento in Italia hanno una storia lunga e complessa. Già nel 2011, Milano aveva introdotto l’Area C, una zona a traffico limitato nel centro della città, per ridurre l’inquinamento atmosferico. Tuttavia, nonostante gli sforzi, l’Italia è stata condannata per la cattiva qualità dell’aria, soprattutto per quanto riguarda le particelle PM10 e gli ossidi di azoto.

Oltre al Piemonte e al Lazio, altre regioni italiane stanno considerando l’adozione di misure simili. La Lombardia, l’Emilia-Romagna e il Veneto sono solo alcune delle regioni che stanno esaminando la possibilità di imporre restrizioni sui veicoli più inquinanti. Questo dimostra che il problema è nazionale e richiede un’azione coordinata per affrontare efficacemente la questione dell’inquinamento atmosferico.

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Concessionari, autorità locali e cittadini

I concessionari di auto si trovano in una posizione delicata. Mentre alcuni vedono un’opportunità nel mercato delle auto usate, altri esprimono preoccupazione per l’incertezza che aleggia sul valore delle auto diesel. “Il futuro è incerto, e dobbiamo essere pronti a cambiare strategia,” afferma Marco Bianchi, un concessionario torinese. Le auto elettriche, pur essendo un’alternativa, sono spesso considerate troppo costose e con autonomia limitata. In questo scenario, molti concessionari stanno cercando di diversificare l’offerta, includendo veicoli ibridi e a gas come opzioni più accessibili per i consumatori.

Le autorità locali sono divise sulla questione. Mentre la Regione Piemonte ha anticipato il blocco, la Regione Lazio ha optato per una revisione delle restrizioni. A Torino, ad esempio, sono state proposte misure di incentivazione per l’uso del trasporto pubblico, cercando di bilanciare le esigenze di mobilità e qualità dell’aria. Alcune città stanno anche esplorando l’idea di “zone verdi” dove solo veicoli a basso impatto ambientale possono circolare. Queste misure dimostrano che le autorità locali stanno cercando soluzioni creative e flessibili per affrontare una questione tanto complessa.

Infine i cittadini sono i più direttamente colpiti da queste misure. Le proteste e le petizioni online stanno crescendo. Le preoccupazioni stanno diventando tangibili, il blocco influenzerà non solo la scelta dell’auto da acquistare, ma anche la logistica della vita quotidiana.

L’opzione elettrica

Le auto elettriche sembrano la soluzione del futuro, ma la realtà è più complessa. Il governo sta lavorando su incentivi per rendere le auto elettriche più accessibili, ma la rete di ricarica rimane insufficiente. Tuttavia, con l’avvento di nuove tecnologie e batterie più efficienti, l’orizzonte potrebbe essere più luminoso di quanto si pensi.

Per approfondire, è importante notare che gli incentivi governativi attuali coprono solo una parte del costo totale di un’auto elettrica. Molti potenziali acquirenti sono scoraggiati dal prezzo iniziale elevato e dalla mancanza di stazioni di ricarica convenienti. Alcune città stanno cercando di risolvere questo problema installando più punti di ricarica pubblici, ma il progresso è lento.

Inoltre, l’industria automobilistica sta investendo in ricerca e sviluppo per migliorare l’autonomia delle batterie e ridurre i tempi di ricarica. Questi sviluppi tecnologici potrebbero rendere le auto elettriche un’opzione più pratica nel prossimo futuro, ma per ora rimangono un’alternativa meno accessibile per la maggior parte delle persone.

Cosa succede ora?

Le misure di blocco sono solo l’inizio. Si parla già di ulteriori restrizioni e di un piano per la riduzione dell’ammoniaca in agricoltura. È evidente che qualsiasi strategia futura dovrà essere un mix equilibrato di regolamentazioni e incentivi, con un occhio di riguardo per l’economia, la salute e l’ambiente.

Oltre alle restrizioni sui veicoli, alcune regioni stanno considerando l’implementazione di tasse ambientali e pedaggi urbani per disincentivare l’uso dell’auto in generale. Queste misure potrebbero avere un impatto significativo non solo sulla qualità dell’aria, ma anche sul valore delle proprietà e sul turismo nelle aree colpite.

Secondo alcune indiscrezioni si starebbe discutendo di estendere il blocco ad altre categorie di veicoli, come i camion e i veicoli commerciali, che sono spesso tra i maggiori contributori all’inquinamento atmosferico. Questo potrebbe avere ripercussioni su vari settori dell’economia, dalla logistica al commercio al dettaglio.

Infine, è in corso un dibattito su come migliorare il trasporto pubblico e promuovere l’uso di mezzi di trasporto alternativi come biciclette e scooter elettrici. L’obiettivo è creare un sistema di mobilità più sostenibile che possa funzionare in simbiosi con le restrizioni sui veicoli più inquinanti.

Il blocco dei veicoli diesel Euro 4 e 5 è una misura che ha scatenato reazioni diverse e spesso contrastanti. Mentre le autorità cercano di bilanciare le esigenze di salute pubblica e mobilità, i cittadini e i concessionari si trovano a dover navigare in un mare di incertezze. Ma una cosa è chiara: il dialogo e la partecipazione pubblica saranno fondamentali per plasmare le future politiche ambientali.

Voi cosa ne pensate della questione? Siamo consapevoli che si tratta di un argomento complesso, ma vogliamo sapere la vostra opinione o le vostre esperienze. Commentate qui sotto o prendete parte alla discussione sul nostro canale Telegram principale.

Simone Pifferi: Simone Pifferi. Copywriter freelance, può scrivere su tutto ma le sue passioni riguardano la comunicazione, il web marketing, il settore telco e l'editoria. Dopo la formazione umanistica si appassiona alla SEO, al web design e allo sviluppo di siti web. Attualmente collabora come copywriter con diverse web agency e blog di settore. Simone Pifferi su Linkedin