Torniamo a parlare di fusioni nel campo delle telco internazionali segnalando l’accordo tra Vodafone e Hutchison (proprietario del gestore Three) in Gran Bretagna. Una notizia che porterebbe il Regno Unito da 4 a 3 gestori mobili. Vediamo i dettagli e se questi accordi porteranno dei cambiamenti anche nel nostro mercato.
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Un anno di rumors
Da tempo si susseguono voci di corridoio riguardo alla possibile unione delle attività di telecomunicazioni delle due società. Secondo quanto riportato dal Financial Times, sembra che l’accordo sia ormai alle porte. Si parla di una fusione del valore di 15 miliardi di sterline, pari a circa 20 miliardi di euro, che porterebbe alla creazione del più grande operatore di telefonia mobile del paese, attualmente dominato da EE, ovvero British Telecom e Virgin Media 02 di Liberty Global e Telefonica. La nuova entità sarebbe valutata intorno ai 9 miliardi di sterline (con un debito di circa 6 miliardi di sterline). Si prevede che il 51% della nuova società resti in mano a Vodafone, mentre il restante 49% sarebbe di proprietà di Hutchinson.
L’antitrust deve dare l’ok
Entrambe le compagnie stanno attualmente negoziando con il governo e l’Autorità Antitrust britannica per cercare di raggiungere un accordo che, tuttavia, si preannuncia tutt’altro che facile da ottenere. Ma l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea potrebbe facilitare l’intesa, che non dovrebbe essere sottoposta all’approvazione delle autorità europee. Ciò rappresenterebbe un cambiamento rispetto alla fusione avvenuta in Italia tra 3, ovvero l’operatore controllato da Hutchinson e Wind, che poi ha aperto le porte all’arrivo di Iliad.
E in Italia?
Queste operazioni sono comuni tra i grandi colossi finanziari. Alcuni hanno ipotizzato questa fusione come una strategia di uscita da parte di Hutchison nel mercato UK. Stessa cosa sta succedendo nel nostro Paese con lo scorporo della rete WindTre. Il gestore italiano ha annunciato lo scorso marzo l’intenzione di scorporare la sua rete mobile, trasformandola in NetCo. La quota di maggioranza di questa nuova realtà sarebbe di proprietà del fondo svedese EQT (il 60%), mentre il restante 40% resterebbe in mano a CK Hutchison. Questa operazione sta suscitando malcontento nei lavoratori WindTre che, attraverso i sindacati, hanno organizzato vari scioperi.
Insomma grandi movimenti nel settore delle telecomunicazioni a livello internazionale, gli equilibri stanno cambiando anche grazie a nuovi player e a nuove strategie di mercato. Proprio per questo gli operatori tradizionali stanno ripensando i loro business cercando nuove soluzioni (in Italia non è un mistero la trattativa tra Iliad e Vodafone).